Brunori Sas - Colpo di Pistola

Tra amore e ossessione c'è una linea sottile, fatta di psicosi complesse e, spesso, incomprensibili; una linea che, a volte, si riesce a raccontare, grazie a poche note e parole sapientemente connesse. È il caso di Brunori Sas, al secolo Dario Brunori, con una murder ballad unica nel suo genere e narrata con il distorto e stridente punto di vista di un femminicida: si tratta di “Colpo di Pistola”, la quinta traccia dell'album A casa tutti bene (2017) prodotto dallo stesso Brunori, a braccetto con il producer Taketo Gohara. Una canzone d'amore, che d'amore non parla.

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«Perché lei non mi amasse non lo so/io che le avevo dato tutto quel che ho/Ma forse quel che ho non è abbastanza/forse cercava il cielo in questa stanza/e un cielo non ce l’ho». Spesso accade che un racconto in prima persona ci porti a provare empatia per il protagonista, permettendoci di entrare in un’anima che, per quanto tormentata, possiamo sentire vicina: stavolta invece no. Brunori non ce lo permette, non tanto e soltanto per quello che ci racconta, ma soprattutto per come lo racconta.
Fin dai primi versi iniziamo a percepire un senso di miseria emotiva, di delusione, rafforzato dall’accostamento della citazione tratta da Il cielo in una stanza (1961) di Gino Paoli – celebre canzone emblema di generazioni di storie d’amore apparentemente idilliache, fatte di baci, carezze e stabilità affettiva – col verso successivo, che suona come una sbrigativa ammissione di instabilità, un tratto emotivo di molti uomini abusanti, una cifra che va a braccetto con un senso di possesso tipico della violenza di genere.

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La canzone intanto prosegue e finalmente iniziamo a capire cosa il cantautore ci stia raccontando: Brunori delinea il punto di vista distorto dell’uomo padrone, disperato per la perdita, e insieme convinto che le sue siano soltanto “tenere richieste d'affetto” («La incatenavo solo verso sera/per stare un po’ con lei»): non si riesce a spiegare il motivo per il quale lei l’abbia lasciato, e lo cerca e trova nell’opinabile buona fede delle proprie azioni («Che cosa non andasse non lo so/forse l’ho amata troppo e troppo non si può»). Il ritornello, per un attimo, ci mette però il cuore in pace: sembra, infatti, un normale ritratto malinconico del sentimento amoroso, dipinto come un’entità che colpisce, ma che scivola via rapidamente, senza che ci sia dato il tempo di afferrarla; sembra sia tornata la pace, e invece inizia un climax ascendente caratterizzato da un “male banale”, in cui il protagonista mal sopporta i rifiuti di cui è responsabile, ogni volta di più, fino ad arrivare all’estremo gesto. Brunori ci racconta la spaventosa leggerezza con cui viene premuto il grilletto e la perenne convinzione che quello sia un atto d’amore: «E poi perché l’ho fatto non lo so/forse per non sentire ancora un altro no/Uscire dalla sua bocca dorata/Prima l’ho uccisa e dopo l’ho baciata».

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Il vero bandolo della matassa sta infatti nell’epilogo, in cui il cantautore ci mostra i tratti psicologici del femminicida, perché non si ferma all’azione, perché ci racconta anche cosa succede quando si perde l’oggetto dell’ossessione. Si rimane vuoti, privati di quella che sembrava una ragione di vita, di un qualcosa che l’incapacità di razionalizzare travestiva da donna amata e non da vittima di una mente arrabbiata, instabile, malata. E così, in una sorta di omaggio shakespeariano, l’uomo si toglie la vita al suono plateale delle fanfare, ideale colonna sonora della folle storia dei due amanti.

(Giorgia D’Emma)

Testo

Perché lei non mi amasse non lo so
Io che le avevo dato tutto quel che ho
Ma forse quel che ho non è abbastanza
Forse cercava il cielo in questa stanza
E un cielo io non ce l'ho

E poi perché è fuggita, chi lo sa?
Forse perché cercava un po' di libertà
Ma io non la tenevo prigioniera
La incatenavo solo verso sera
Per stare un po' con lei
Mmmh, per stare stretto a lei

Mmmh, perché l'amore, l'amore è un colpo di pistola
L'amore, l'amore è un pugno sulla schiena
È uno schiaffo per cena
L'amore ti tocca appena

Che cosa non andasse non lo so
Forse l'ho amata troppo e troppo non si può
Ma c'è un inferno in ogni primavera
Per questo l'ho cercata fino a sera
Per chiederle, perché?
Amore, cosa c'è?

Mmmh, perché l'amore, l'amore è un colpo di pistola
L'amore, l'amore è un pugno sulla schiena
È uno schiaffo per cena
L'amore ti sfiora appena

E poi perché l'ho fatto non lo so
Forse per non sentire ancora un altro no
Uscire dalla sua bocca dorata
Prima l'ho uccisa e dopo l'ho baciata

L'amore, il mio amore è un colpo di pistola
L'amore, l'amore è una fanfara che suona la nostra canzone
È un nodo intorno al collo
Nel buio di una prigione