Leonard Cohen
So long, Marianne
“Marianne sembra aver resistito al tempo e mandato in fallimento tutte le donne che ho conosciuto dopo di lei. Ora devo studiare il suo mistero anche qui in mezzo alla neve. E così bionda per il mio cuore!”
Sono gli anni 60, e loro sono belli, sognanti e innamorati: un giovane Leonard Cohen e la musa della sua vita, la bella Marianne Ihlen.
Due persone totalmente diverse che si incontrano casualmente nell’isola di Hydra nel 1960.
Marianne è una ragazza creativa, combattuta tra il bisogno di affetto e di sostegno, e la voglia di andare via e di essere indipendente. La sua famiglia riesce a frenare la sua creatività non approvando i suoi sogni di attrice, ma non riesce a fermare l’amore che Marianne prova per lo scrittore Axel Jensen con il quale decide di partire nell’isoletta greca che hanno visto insieme in un film di Jean Negulesco. Stabilitisi lì però Axel si invaghisce di un’altra donna e lascia Marianne da sola con il loro figlioletto di appena 6 mesi.
Leonard Cohen invece è uno spirito libero e selvaggio, canadese di nazionalità, di origini polacche e lituane, in quegli anni vive a Londra ma si stanca presto del suo grigiore e delle sue piogge tanto che, dopo aver conosciuto un uomo sorridente e felice appena ritornato dalla Grecia, decide di andare a cercare un po’ di spensieratezza a Hydra.
Cohen è il primo a notare Marianne, lei si trova in un negozio con delle bottiglie in un cesto per raccogliere l’acqua e il latte. Per lui è la più bella donna che abbia mai conosciuto, così decide di invitarla a sedere al suo tavolo e in questo modo ha inizio la loro storia.
Lui la immortala per sempre dedicandole un’intera opera di poesie, Flowers for Hitler, da cui è tratta anche la poesia seguente:
Hai paura che io ti lasci.
Non ti lascerò.
Soltanto gli stranieri partono.
Poiché posseggo ogni cosa, non ho nessun posto dove andare.
Vanno a vivere insieme, e un giorno Marianne si affaccia dalla finestra e fa notare a Cohen un uccello sul filo del telefono che le faceva pensare a delle noti musicali, ispirando così anche la celeberrima canzone Bird on the Wire.
Trascorrono così i loro anni migliori. Le foto, le poesie, le canzoni, sono tutte "un ritratto che sa di bellezza, gioventù, freschezza e di quell'aria ribalda, da rivoluzione imminente, che si respirava negli anni Sessanta, il tempo dei ragazzi pieni di sogni che volevano cambiare il mondo" (Giancarlo De Cataldo).
Purtroppo anche questa è una storia tra giovani, di quelle che si frantumano prima di invecchiare, ma forse proprio per questo destinate a durare tutta la vita.
“Ho vissuto con lei per circa otto anni, sei mesi all’anno, poi gli altri sei mesi ero bloccato altrove. Poi ho scoperto che vivevo con lei quattro mesi all’anno e poi due mesi all’anno e poi, intorno all’ottavo anno, vivevo con lei un paio di settimane all’anno e pensai che fosse arrivato il momento di scriverle questa canzone.[…]
Vivo ancora con lei, un paio di giorni all’anno.”
Leonard comincia una relazione nel 1969 con la futura moglie Suzanne Elrod, dalla quale avrà due figli. Ogni tanto gli capita ancora di sbagliarsi e chiamare la moglie “Marianne”.
Marianne nel 1970 conosce a lavoro Jan Stang, e ci si sposa nel 1979.
Trascorrono il resto della vita separati, ma quando lei si ammala di leucemia e si trova sul letto di morte nell’estate del 2016 Cohen viene avvisato dal loro amico comune Jan Christian Mollestad. Subito scrive questa bellissima lettera che Mollestad legge a Marianne:
"E allora, Marianne, è arrivato questo tempo in cui siamo entrambi molto vecchi e i nostri corpi cadono a pezzi. Penso che ti seguirò molto presto. Sai che ti sono così vicino che se allungassi la mano, potresti toccare la mia. Sai che ti ho sempre amato per la tua bellezza e per la tua saggezza ma non ho bisogno di dire altro, perché di questo sai già tutto. Ora voglio solo augurarti buon viaggio. Addio vecchia amica. Amore infinito, ci rivedremo lungo la strada”.
È Mollestad a leggere la lettera ad alta voce, Marianne sorrideva e quando l’amico le ha letto che Cohen è vicino, lei ha sollevato la mano come per afferrarlo. Nelle sue ultime ore canticchiavano Bird on a Wire, e quando è morta le hanno baciato la testa e sussurrato “So long Marianne”.
(Claudia Adamczuk)
Testo originale
Come over to the window my little darling,
I’d like to try to read your palm.
I used to think I was some kind of Gypsy boy
before I let you take me home.
Now so long, Marianne, it’s time that we began
to laugh and cry and cry and laugh about it all again.
Well you know that I love to live with you,
but you make me forget so very much.
I forget to pray for the angels
and then the angels forget to pray for us.
Now so long, Marianne, it’s time that we began
to laugh and cry and cry and laugh about it all again.
We met when we were almost young
deep in the green lilac park.
You held on to me like I was a crucifix,
as we went kneeling through the dark.
Oh so long, Marianne, it’s time that we began
to laugh and cry and cry and laugh about it all again.
Your letters they all say that you’re beside me now.
Then why do I feel alone?
I’m standing on a ledge and your fine spider web
is fastening my ankle to a stone.
Now so long, Marianne, it’s time that we began
to laugh and cry and cry and laugh about it all again.
For now I need your hidden love.
I’m cold as a new razor blade.
You left when I told you I was curious,
I never said that I was brave.
Oh so long, Marianne, it’s time that we began
to laugh and cry and cry and laugh about it all again.
Oh, you are really such a pretty one.
I see you’ve gone and changed your name again.
And just when I climbed this whole mountainside,
to wash my eyelids in the rain!
Oh so long, Marianne, it’s time that we began
to laugh and cry and cry and laugh about it all again.
Traduzione
Addio, Marianne
Vieni pure alla finestra mio piccolo tesoro,
Mi piacerebbe provare a leggerti il palmo.
Pensavo di essere una specie di zingarello
Prima di lasciare che tu mi portassi da te.
E ora addio, Marianne, è ora che ricominciamo
A ridere e piangere e piangere e ridere di tutto quanto ancora
Beh, lo sai che adoro vivere con te,
Ma mi fai dimenticare talmente tanto
Mi dimentico di pregare per gli angeli
E poi gli angeli dimenticano di pregare per noi.
E ora addio, Marianne, è ora che ricominciamo
A ridere e piangere e piangere e ridere di tutto quanto ancora
Quando ci conoscemmo eravamo quasi giovani
Nel cuore del parco verde di lillà
Ti aggrappavi a me come fossi un crocefisso
Mentre andavamo carponi attraverso il buio.
E ora addio, Marianne, è ora che ricominciamo
A ridere e piangere e piangere e ridere di tutto quanto ancora
Le tue lettere dicono sempre che mi sei accanto ora
Perché allora mi sento solo?
Sono in piedi su un cornicione e la tua fine tela di ragno
Assicura la mia caviglia a una pietra.
E ora addio, Marianne, è ora che ricominciamo
A ridere e piangere e piangere e ridere di tutto quanto ancora
Per ora ho bisogno del tuo amore nascosto
Sono freddo come una lametta appena scartata,
Te ne sei andata quando ti ho detto che ero curioso
Non ho mai detto di essere coraggioso.
E ora addio, Marianne, è ora che ricominciamo
A ridere e piangere e piangere e ridere di tutto quanto ancora
Oh, sei davvero così bella,
Vedo che te ne sei andata e hai cambiato nome di nuovo.
E proprio ora che ho scalato tutta la montagna
Per lavare le palpebre sotto la pioggia!
E ora addio, Marianne, è ora che ricominciamo
A ridere e piangere e piangere e ridere di tutto quanto ancora.
Altri versi
BBC 1968
If you leave, where will I keep you then?
In my heart, as some men say?
And I who was born to love everyone,
Why should I keep you so far away?
Bergen 28.6.1988, Berlino 25.8.1993, Reykjavik 1998
Here comes the morning boat
Here comes the evening train
There goes Marianne now
To wave goodbye again
Girona 2009, San Jose 2012
Your eyes, I forget your eyes
Your body is at home in every sea
How come you gave your news to everyone
when you said it was a secret just for me