CCCP
Emilia Paranoica
Nel momento in cui infili le lettera
in una busta cambia completamente.
Finisce di essere mia, diventa tua.
Quello che volevo dire io è sparito.
Resta solo quello che capisci tu.
Cathleen Schine, La lettera d'amore
Pubblichiamo il racconto di una canzone che questa volta ha scelto una forma particolare, azzardando un'interpretazione che se può non apparire calzante, in fondo non può neanche essere del tutto infedele; perché, come nel mito antico, raccontare una storia, eseguire il brano di un altro sono sempre re-interpretazioni, esecuzioni sempre rinnovate di un racconto che si fa proprio, sempre uguale e sempre diverso. Ecco allora una delle canzoni più famose dei CCCP a forma di lettera d'amore, quei testi scritti e magari mai inviati, nati forse e soprattutto per mettere ordine ai sentimenti.
Ho freddo quando mi torni in mente, “Emilia”, la musica cambia, diventa tesa... Ma quanti pensieri, dubbi, ansie, avevi - quanto eri «paranoica» - quando stavamo insieme! Mi manca il nostro rapporto autodistruttivo, mi mancano le nostre emozioni forti e «indefinibili»: perché non torniamo ai nostri ruoli, a giocare le nostre parti?
Mi sento bruciare come Cartagine (1), non riesco a dormire, e se prendo un farmaco contro l'insonnia, il Roipnol, non mi fa mica effetto, «fa un casino» con l'alcool miscelato insieme; e però bere è l'unico modo per andare avanti, la fine della nostra relazione mi ha distrutto, mi sento come Beirut. Mi strafaccio pure di anfetamine, quelle, sai, si trovano a buon mercato. Finirà che andrò a parlare con “Settantasette”? Lui, sì, lui forse m'aiuterà a uscirne (2).
E se cambiassi? Potrei cambiare, sai, potrei diventare uno di quelli stupidamente felici, uno di quelli «prepolitici», ma anche un «tossicomane» e basta, uno “alla moda”, uno che si lascia andare nelle «storie d'amore» perché alla fine chi non ha paura di restare solo? Perderei anche tutte le mie insicurezze, camminando «leggero e soddisfatto di me», quando vado a lavorare a Reggio, quando esco la sera, per andare al Tuwat (3).
Sì, “Emilia”, cambierei, lo sai, le notti senza di te sono inutili, scorrono senza senso pure nei posti nuovi, scorrono «agitate per riempire la vita» o «tranquille in cui seduzione è dormire»... Oggi il tuo ricordo non mi basta più, di notte a volte aspetto che torni il nostro amore, ma no, lo so che non tornerai. Dai, Emilia, torna, ti aspetto...
(Un viaggiatore leggero)
(1)Tiro e Sidone sono antiche città fenicie che oggi si trovano nel Libano, la cui capitale è Beirut, che negli anni della canzone è da più di dieci anni scenario di una sanguinosa guerra civile, che spaccherà la città in due e si concluderà solo negli anni Novanta.
(2) Nonostante una diffusa interpretazione, “Settantasette” non è il Movimento del '77 ma un amico del gruppo, al secolo Marco Trascendi – lo vedete in foto - di cui si racconta che fosse il primo punk di Sassuolo e che oggi sia morto, probabilmente di overdose. Massimo Zamboni, chitarrista del gruppo, lo ha ricordato così in una vecchia intervista per “Snowdonia”: «'77 è un nostro amico e si chiama 77 e ha 14 anni e gli capitano le peggior storie del mondo; lui ha una sua maniera di reagire agli eventi, che noi valutiamo positivamente, la teniamo presente in ogni caso - e ogni tanto chiediamo “come si fa al '77”, per dire che è ridicolo basarsi così tanto sulle parole, su quello che uno pensa voglia dire una cosa.»
(3) Il Tuwat - dallo slang berlinese: “Datti una mossa”, lett. “Fa qualcosa” (Tue etwas) - era un centro sociale di Carpi, luogo di ritrovo dei punk per concerti e non solo.
Testo
Il freddo più pungente, accordi secchi e tesi
Segnalano il tuo ingresso nella mia memoria
Emilia paranoica!
Emilia paranoica!
Emilia paranoica!
Il freddo più pungente, accordi secchi e tesi
Segnalano il tuo ingresso nella mia memoria
Consumami distruggimi è un po' che non mi annoio
Oh oh oh oh
Aspetto un'emozione sempre più indefinibile sempre più indefinibile
Teatri vuoti e inutili potrebbero affollarsi
Se tu, se tu ti proponessi di recitare te
Emilia paranoica
Emilia paranoica
Emilia paranoica paranoica paranoica
Brucia Tiro e Sidone, il Roipnol fa un casino
Il Roipnol fa un casino se mescolato all'alcol
Bombardieri su Beirut
Bombardieri su Beirut
Bombardieri su Beirut
Due tre quattro plegine
Due tre quattro plegine
Chiedi a settantasette se non sai come si fa
Chiedi a settantasette se non sai come si fa
E mi lia pa ra noica
Posso essere uno stupido felice
Un prepolitico, un tossicomane
Un posto dove andare alla moda, quello che si dà nelle storie d'amore
Quello che si dà perché si ha paura
Camminare leggero, soddisfatto di me
Camminare leggero, soddisfatto di me
Da Reggio a Parma, da Parma a Reggio
Da Modena a Carpi, da Carpi al Tuwat, da Carpi al Tuwat, da Carpi al Tuwat
Emilia di notti, dissolversi stupide sparire una ad una
Impotenti in un posto nuovo dell'ARCI
Emilia di notti agitate per riempire la vita
Emilia di notti tranquille in cui seduzione è dormire
Emilia di notti ricordo senza che torni la felicità
Emilia di notti d'attesa di non so più quale amor mio che non muore
E non sei tu, e non sei tu, e non sei tu
Emilia paranoica
Emilia paranoica
Emilia paranoica
Pa ra noi ca pa ra noi ca
Aspetto un'emozione sempre più indefinibile
Indefinibile
Indefinibile