Lucio Dalla - Il Parco della Luna

Oltre trent’anni fa, Lucio Dalla è già un cantautore affermato che sta scrivendo il nono album, che come i precedenti prenderà il suo nome; ma questa volta riesce, forse, a superarsi, con canzoni senza tempo come "Cara", "Futura" e "Balla balla ballerino", quella che apre il disco.
Noi racconteremo una traccia che, se è meno nota, con le sue sonorità e con la capacità narrativa di Dalla raggiunge vette rare e meravigliose. È "Il parco della luna", la storia di Sonni Boy, lo zingaro che «ha disegnato sulle braccia la mappa delle stelle».
Con i suoi denti marci e i suoi due «occhi neri», intensi, che guardano il cielo è da «cent’anni» che il nostro eroe arriva al Luna Park; e con lui c’è sempre lei, la compagna di vita, l’unica che gli è sempre stata accanto: la «Fortuna». Perché Sonni Boy è un trovatello, a Ferrara «l’hanno trovato su un muro»: e oggi va in cerca quelli come lui, «raccoglie chi si è perduto», e anno dopo anno, tatuaggio dopo tatuaggio ha dipinto tutte le costellazioni del cielo su quei muscoli che «corrono sulla sua pelle».

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Un’immagine intensa da raccontare, che fa cambiare tono al narratore, che gli fa ricordare con dolcezza mista a paure tutte le volte che «da bambino» si è spaventato, si è perduto, è caduto, e si è chiesto disperatamente come diventare grande, come non piangere più, come non averne più, di paura, «come uno zingaro seduto su un muro gli occhi nel cielo puntati sul futuro».
E torna così raccontarci di un Sonni Boy che guarda al cielo «per capirne i misteri», delle cose che è stato costretto a lasciar andare e quelle che ha fatto, che non ricorda nemmeno più («dei suoi mille figli non ricorda un viso»).
Perché la sua unica compagna di strada rimane Fortuna, con cui si abbracciano come «bimbi» al Luna Park, sempre nomadi, «con l’aria di chi deve partire», perché o si è sempre in movimento o si muore: e spariscono, si mettono in viaggio, ora sono «a metà strada tra Ferrara e la luna».

(Luca Cirese)

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Testo

Sono più di cent'anni che al parco della luna

Arriva Sonni Boy con i cavalli di legno e la sua donna Fortuna

I denti di ferro e gli occhi neri puntati nel cielo per capirne i misteri.

È nato a Ferrara anzi l'hanno trovato su un muro

è pieno di segni e i muscoli corrono sulla sua pelle.

Sonni Boi ha disegnato sulle braccia la mappa delle stelle.

Di notte va a caccia e con il cavallo raccoglie chi si è perduto.

Anch'io quante volte da bambino ho chiesto aiuto

Quante volte da solo mi sono perduto

Quante volte ho pianto e sono caduto

Guardando le stelle ho chiesto di capire

Come entrare nel mondo dei grandi senza paura, paura di morire

Come uno zingaro seduto su un muro gli occhi nel cielo puntati sul futuro.

Dei suoi mille figli non ricorda un viso ne ha avuto uno per coltello

Ha fatto un figlio per ogni nemico ucciso.

Sonni Boi non è cattivo ha perfino sorriso guardando

Fortuna accarezzandole il viso.

Li ho visti abbracciarsi come bimbi nel parco della luna

Tutti e due con una valigia nella mano

Con l'aria di chi deve partire

E andare lontano oppure morire,

In silenzio, sparire piano piano

Sopra il loro cavallo di legno con la loro pelle scura nella mano.

Adesso Sonni Boi e la sua donna Fortuna

Saranno a metà strada tra Ferrara e la luna.