Fabrizio De André

Il Suonatore Jones

Ai musici, che danno voce ai nostri sentimenti

Quando esce Non al denaro non all'amore né al cielo (1971), Fabrizio De André ha 31 anni ed ha già pubblicato quattro album: l'ultimo è La buona novella, che racconta la figura di Gesù Cristo, basandosi anche sui vangeli apocrifi. Questa volta il riferimento è l'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Master, in cui il poeta scrive gli epitaffi degli uomini e delle donne che «dormono sulla collina». A dare il titolo al quinto album di De André è il suonatore Jones, personaggio che il cantautore viveva come autobiografico, violinista-flautista «che offrì la faccia al vento/la gola al vino e mai un pensiero/non al denaro, non all'amore né al cielo» (“La collina”). Ed è sua la storia che stavolta raccontiamo, al suono della sua stessa musica.

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Un sentimento di solitudine e incomunicabilità, si apre così il racconto della storia del nostro suonatore. Quando il vento si alza, smuovendo la polvere, gli altri contadini sospirano, temendo la siccità; ma Jones no, a lui ricorda «la gonna di Jenny/ in un ballo di tanti anni fa». Perché Jones, contadino ma anche musico, vede oltre quello che appare, sente quello che gli altri non sentono, come le vibrazioni che la sua «terra», il suo campo coltivato emette in ogni momento, «suoni» specchio della sua anima, dei suoi sentimenti, del suo «cuore».

E così finisce per chiedersi che senso avrebbe coltivare una terra già così tanto meravigliosa: si perderebbe la libertà così, sarebbe come farla dormire per sempre, come se morisse - pensa Jones; sarebbe come rinchiudere la libertà dietro a un «filo spinato», ridotta in schiavitù dai doveri religiosi e famigliari che ci imponiamo nella nostra vita («a cielo e denaro/ a cielo ed amore»).

Come farla svegliare, vivere allora? Suonando, si risponde: perché la libertà – e lui l'ha vista - si alza seguendo le donne che ballano, muovendosi come foglie mosse dallo stesso vento che alzandosi smuove la polvere.

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Forse la musica, l'arte nascono proprio per darci parole per “riuscire a esprimere con le parole il mondo che abbiamo nel cuore”: chi prima non gli dava credito, ora che ha sentito la sua musica, non può più fare a meno di ascoltare questo novello Orfeo. E così Jones suonerà per tutta la vita, abbandonando, mandando «alle ortiche» il campo del padre. Morirà a novant'anni, ridendo, senza «nemmeno un rimpianto», con il suo flauto ancora tra le mani: “l'anima prende il volo”, le mani lasciano la presa e lo strumento cade, spezzandosi, ora che non può più comunicare niente.

(Luca Cirese)

Il racconto dell'Antologia di Spoon River prosegue con Un chimico e non solo

Testo

In un vortice di polvere
gli altri vedevan siccità,
a me ricordava
la gonna di Jenny
in un ballo di tanti anni fa.

Sentivo la mia terra
vibrare di suoni,
era il mio cuore,
e allora perché coltivarla ancora,
come pensarla migliore.

Libertà l’ho vista dormire
nei campi coltivati
a cielo e denaro,
a cielo ed amore,
protetta da un filo spinato.

Libertà l’ho vista svegliarsi
ogni volta che ho suonato,
per un fruscìo di ragazze
a un ballo,
per un compagno ubriaco.

E poi se la gente sa,
e la gente lo sa che sai suonare,
suonare ti tocca
per tutta la vita
e ti piace lasciarti ascoltare.

Finì con i campi alle ortiche
finì con un flauto spezzato
e un ridere rauco
e ricordi tanti
e nemmeno un rimpianto.

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FIDDLER JONES

The earth keeps some vibration going
There in your heart, and that is you.
And if the people find you can fiddle,
Why, fiddle you must, for all your life.
What do you see, a harvest of clover?
Or a meadow to walk through to the river?
The wind's in the corn; you rub your hands
For beeves hereafter ready for market;
Or else you hear the rustle of skirts
Like the girls when dancing at Little Grove.
To Cooney Potter a pillar of dust
Or whirling leaves meant ruinous drouth;
They looked to me like Red-Head Sammy
Stepping it off, to “Toor-a-Loor.”
How could I till my forty acres
Not to speak of getting more,
With a medley of horns, bassoons and piccolos
Stirred in my brain by crows and robins
And the creak of a wind-mill—only these?
And I never started to plow in my life
That some one did not stop in the road
And take me away to a dance or picnic.
I ended up with forty acres;
I ended up with a broken fiddle—
And a broken laugh, and a thousand memories,
And not a single regret.

IL VIOLINISTA JONES

La terra emana una vibrazione
là nel tuo cuore, e quello sei tu.
E se la gente scopre che sai suonare,
ebbene, suonare ti tocca per tutta la vita.
Che cosa vedi, un raccolto di trifoglio?
O un prato da attraversare per arrivare al fiume?
Il vento è nel granturco; tu ti freghi le mani
per i buoi ora pronti per il mercato;
oppure senti il fruscio delle gonne.
Come le ragazze quando ballano nel boschetto.
Per Cooney Potter una colonna di polvere
o un vortice di foglie significavano disastrosa siccità;
Per me somigliavano a Sammy Testarossa
che danzava al motivo di Toor-a-Loor.
Come potevo coltivare i miei quaranta acri
per non parlare di acquistarne altri,
con una ridda di corni, fagotti e ottavini
agitata nella mia testa da corvi e pettirossi
e il cigolìo di un mulino a vento - solo questo?
E io non iniziai mai ad arare in vita mia
senza che qualcuno si fermasse per strada
e mi portasse via per un ballo o un picnic.
Finii con quaranta acri;
finii con una viola rotta -
e una risata spezzata, e mille ricordi,
e nemmeno un rimpianto.
(traduzione a cura di Fernanda Pivano)